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Armonizzazione delle procedure per la conformità dei prodotti
L’anno appena trascorso ha visto la Commissione Europea emanare una proposta di regolamento per l’armonizzazione delle procedure per la conformità alla normativa dei prodotti. La proposta nasce in seguito all’esito delle valutazioni e delle consultazioni pubbliche relative alla conformità dei prodotti circolanti nell’Unione Europea, che hanno evidenziato come i prodotti non conformi continuino ad essere immessi sul mercato e siano forse in aumento. Molti operatori economici infatti non rispettano le disposizioni normative, a volte intenzionalmente per essere più competitivi, altre volte perché non ne sono consapevoli. Inoltre, l’azione di vigilanza del mercato non risulta attualmente uniforme nei diversi Stati Membri, poiché le autorità nazionali sono talvolta sottofinanziate e vincolate alle frontiere.
La Commissione Europea ha evidenziato che la non conformità dei prodotti ha conseguenze negative non solo sui consumatori e sugli utilizzatori finali, ma anche sul mercato, poiché le imprese che rispettano gli obblighi di legge ne risultano danneggiate. La Commissione Europea ha ritenuto quindi necessario introdurre un atto giuridico che contenga delle disposizioni generali per una più efficace e armonizzata vigilanza del mercato, ed ha riconosciuto nel regolamento lo strumento più adeguato, in quanto esso non è soggetto al recepimento da parte di ciascuno Stato Membro. Se la proposta verrà approvata, tale regolamento introdurrà diverse novità che interesseranno direttamente gli operatori economici.
Una delle principali novità introdotte dal regolamento sarebbe il concetto di “persona responsabile stabilita nell’UE”, che dovrà essere nominata per ogni prodotto e potrà coincidere con il fabbricante, l’importatore o qualunque altro operatore economico incaricato dal fabbricante. Il suo compito principale consisterà nel fornire informazioni circa la conformità del prodotto agli organi di vigilanza e nel collaborare con l’autorità. Secondo tale regolamento, l’immissione sul mercato non sarebbe consentita se:
- Il prodotto non è accompagnato dalla documentazione necessaria;
- Il prodotto non è contrassegnato o etichettato come previsto, o non reca la marcatura CE;
- Non è identificata una persona responsabile stabilita nell’Unione.
Inoltre, il regolamento istituirebbe una “rete” europea, composta da un comitato, da gruppi di coordinamento e da una segreteria, con il computo di coordinare l’applicazione della vigilanza del mercato e informare il pubblico attraverso un’interfaccia pubblica.
Dal punto di vista della vigilanza, verrà incentivata la cooperazione tra le diverse autorità nazionali, cui verranno assegnati più poteri: ad esempio il potere di accedere ai dati e ai documenti relativi ai casi di non conformità, di condurre ispezioni in loco, di effettuare acquisti campione e acquisti in forma anonima, di avviare indagini o procedure volte a mettere fine alla non conformità, di vietare la fornitura di prodotti o di ritirarli, richiamarli e distruggerli, di imporre sanzioni e ordinare la restituzione dei profitti ottenuti in seguito a un caso di non conformità e di pubblicare decisioni, compresa l'identità dell'operatore economico interessato). Inoltre verranno rafforzati i controlli alle frontiere esterne dell’Unione.
Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha pubblicato il proprio parere relativamente a tale proposta, dichiarando il proprio favore di fronte all’intento della Commissione, ma segnalando tuttavia alcuni punti critici, primo fra i quali l’eccessiva «flessibilità» che lascia un margine di discrezionalità troppo ampio agli Stati Membri, non consentendo di fatto un controllo centralizzato a livello dell’Unione. Inoltre, il CESE sottolinea la necessità che i consumatori e le imprese abbiano accesso a più informazioni di quelle disponibili pubblicamente, oltre a quelle in merito al RAPEX. Un altro punto che riteniamo fondamentale nelle osservazioni del CESE è il passaggio in cui il CESE invita esplicitamente la Commissione a sottolineare che non compete alle autorità dimostrare l’assenza di sicurezza o altri rischi del prodotto, ma piuttosto che l’onere della prova ricade sempre sugli operatori economici.
Invitiamo pertanto le aziende a tenere monitorata la nostra newsletter, in cui daremo comunicazione se ed in che modo la proposta della Commissione verrà formalizzata in un Regolamento.
Fonte: Eur-Lex
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