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4) Le strategie di testing

La valutazione dei rischi consente di razionalizzare l’utilizzo delle analisi chimiche.

Il monitoraggio delle sostanze più critiche all’interno dei prodotti/articoli aziendali costituisce la chiave per una gestione del rischio che consente di adempiere responsabilmente ai requisiti normativi europei, quali ad esempio il Regolamento REACH e la Direttiva RoHS, e di accettare serenamente i capitolati presentati dai propri clienti. La comunicazione all’interno della propria catena di approvvigionamento ed in particolare le informazioni ricevute dai propri fornitori, rappresentano la base di questo monitoraggio che però necessita a volte di essere integrato con la conduzione di analisi chimiche, per compensare dichiarazioni ritenute incomplete o semplicemente come strumento rafforzativo a supporto della gestione documentale.

Diventa quindi spontaneo chiedersi come organizzare nel modo più efficiente e sostenibile la strategia di testing, soprattutto quando consideriamo che la sola Candidate List introdotta dal Regolamento REACH conta attualmente 205 sostanze e che essa rappresenta spesso solo una delle tante liste di sostanze critiche da tenere in considerazione. Effettuare uno screening completo su ogni componente elementare dell’articolo o su ogni materiale omogeneo risulterebbe infatti in molti casi eccessivamente oneroso e poco funzionale. Risulta invece molto più utile ideare un programma di testing che identifichi delle priorità sulla base delle criticità dei materiali e che, per ogni articolo prioritario, sia poi mirato alla quantificazione di una rosa di sostanze più probabilmente presenti.

Ad esempio, nel caso di un oggetto costituito da due componenti, delle quali una in ottone ed una in PVC morbido, sarebbe verosimilmente facile recuperare dal fornitore precise informazioni relative al contenuto di piombo (SVHC-CL) nell’ottone, mentre sicuramente più rischioso sarà affidarsi alla sola dichiarazione del fornitore per quanto concerne la componente in PVC, polimero tradizionalmente additivato con sostanze molto problematiche quali gli ftalati. Da questo esempio, risulta chiara l’importanza di mettere in campo tutte le competenze merceologiche e chimiche presenti all’interno dell’azienda per utilizzare nel modo migliore le risorse aziendali nel valutare la conformità dei propri prodotti.

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