Proposta di obbligo di reporting per tutti i produttori di sostanze e miscele contenenti PFAS
EPA avanza nell’implementare misure di gestione per sostanze perfluoroalchicliche
Come in Europa, dove si sta discutendo sulla proposta di restrizione secondo l’allegato XVII del Reg. REACH per le sostanze perfluoroalchicliche (PFAS) (leggi la nostra news), anche negli Stati Uniti sono iniziati, coordinati da EPA (Environmental Protection Agency), i lavori per prioritizzare e regolare la gestione di tali sostanze.
Alcune di queste sostanze, che ricadono nella categoria dei perfluoroalchil-carbossilati a catena lunga (LCPFAC), sono già incluse nella final rule del 2020 che prevede per loro una Significant New Use Notification (SNUN), ovvero la notifica entro 90 giorni dalla fabbricazione o dall’importazione del “nuovo uso” per tenere monitorato l’impatto sulla salute e sull’ambiente.
Il Piano di Azione relativo alle sostanze PFAS, tuttavia, è ampio e multidisciplinare e prevede:
- gestione prioritaria per la regolamentazione di PFAS e PFOS (acido perfluoroottansolfonico);
- sviluppo di nuovi metodi per testare la concentrazione di PFAS nell’acqua potabile;
- direzionamento di ricerche federali per comprendere l’impatto sull’economia agraria;
- proposta supplementare sulla restrizione per la fabbricazione e l’importazione di prodotti con rivestimenti superficiali contenenti PFAS.
In particolar modo, EPA propone una reporting rule (informazioni simili a quelle che vengono trasmesse durante il processo di registrazione previsto dal Reg. 1907/2006 REACH) per fabbricanti e importatori; la rule è ora in corso di valutazione, ma si presume che verrà ufficializzata al termine del 2022.
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