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Sicurezza prodotto

Pubblicato il report ECHA “Changes in market volumes of chemicals subject to authorisation in 2010-21”

Le autorizzazioni stanno davvero limitando l’uso di sostanze preoccupanti?

Come ormai noto da tempo, l’obiettivo del Titolo VII del Reg. REACH (Autorizzazione) è quello di garantire che le sostanze estremamente preoccupanti (SVHC) siano sostituite progressivamente da sostanze o tecnologie meno pericolose, qualora siano disponibili alternative valide dal punto di vista tecnico ed economico. Ne consegue che, dall’entrata in vigore del Reg. REACH e dai primi inserimenti di sostanze in allegato XIV, si sarebbe dovuto inevitabilmente osservare una riduzione dei volumi utilizzati delle sostanze in autorizzazione.

Ma le autorizzazioni stanno davvero limitando l’uso di sostanze preoccupanti?

Il report "Changes in market volumes of chemicals subject to authorisation in 2010-21" recentemente pubblicato da ECHA vuole appunto fare un quadro della situazione sull’uso di sostanze in autorizzazione a circa 10 anni dal primo inserimento in allegato XIV. Eccone un riassunto:


Il report

Il report presenta la stima delle variazioni dei volumi di mercato delle sostanze chimiche soggette ad autorizzazione che sono state immesse sul mercato dell'UE dal 2010 al 2021. Le stime si basano su informazioni provenienti da dossier di registrazione, da domande di autorizzazione e altre fonti.

Ecco le principali conclusioni che emergono dal report di ECHA:

  • Oggi sono elencate 59 sostanze in allegato XIV, per 25 di queste non è stata ad oggi inviata una domanda di autorizzazione. Va detto che 5 delle 59 sostanze sono state aggiunte nel 2022, quindi in un periodo non considerato nel report
  • Per le rimanenti 34 sostanze si è osservata una riduzione del 45% (pari a 600.000 ton) dal 2010 al 2021, in particolare:
    • Il volume dei 5 ftalati elencati in allegato XIV si è ridotto del 90%
    • Il volume di olio di antracene e di Pece, catrame di carbone, alta temperatura si è ridotto del 25%
    • La riduzione delle altre sostanze è stata circa dell’80%, fra cui:
      • Tricloroetilene: riduzione del 95%
      • HBCDD (esabromociclododecano), pigmenti piombo cromati e 1-bromopropano: immissione sul mercato interrotta

Speciale menzione va fatta per il triossido di cromo, sostanza “calda” in questa fine 2022, il cui volume sul mercato si è ridotto di circa il 40%

In controtendenza invece è il Bis(2-metossietil) etere (diglime), i cui volumi sul mercato sono cresciuti di circa il 10%. Unica sostanza ad avere questo trend crescente, il diglime viene impiegato principalmente solvente per la sintesi di diverse sostanze e principi attivi farmaceutici, in processi di estrazione, distillazione e purificazione.


La risposta alla domanda

All’inizio della news ci siamo chiesti: “Le autorizzazioni stanno davvero limitando l’uso di sostanze preoccupanti?”. Dai dati presentati è evidente come in generale vi sia stata una riduzione dei volumi di sostanze in autorizzazione dal 2010 al 2021, a parte per il diglime che è aumentato. Per alcune sostanze si osserva addirittura la scomparsa dal mercato.

La risposta è quindi: sì, il processo di autorizzazione sta favorendo la riduzione dell’uso di sostanze preoccupanti.

Chissà se questo report influenzerà le decisioni oggi in corso sul futuro del processo di autorizzazione. Per ulteriori informazioni su questo aspetto rimandiamo a questo precedente approfondimento.


Fonte: ECHA

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