Rischi derivanti dai nanomateriali utilizzati come pigmenti
Riportiamo la notizia dell'Agenzia Europea della Chimica sull'utilizzo dei nanomateriali utilizzati come pigmenti
Usi e rischi dei pigmenti contenenti nanomateriali
I nanomateriali (particelle < 100 nm) vengono utilizzati da centinaia di anni e si possono in vari settori merceologici che comportano l’applicazione di diversi regolamenti europei: REACH, cosmetico e FCM. Essendo l’utilizzo come pigmenti tra le principali applicazioni dei nanomateriali, l’osservatorio dell'Unione Europea per i nanomateriali (EUON) ha condotto una revisione degli studi disponibili in letteratura, fornendo informazioni sull’uso sicuro dei pigmenti nanodimensionati sia in ambito lavorativo sia in ambito domestico (Literature study on the uses and risks of nanomaterials as pigments in the European Union).
In particolare, il potenziale rischio derivante dal loro uso è stato valutato confrontando i valori tossicologici disponibili delle nanoparticelle con valori di esposizione presunta. A tal proposito però, sono emerse difficoltà dovute alla mancanza di informazioni riguardanti l’esposizione e di dati tossicologici affidabili e nano-specifici.
- Esposizione
Per i nanopigmenti riportati nello studio (più utilizzati) sono stati elaborati 3 scenari espositivi (ES) industriali, 2 ES professionali e 4 ES per i consumatori. Inoltre, sono stati delineati ipotetici scenari generici per supportare le potenziali future esposizioni a nanopigmenti e prodotti contenenti tali sostanze.
- Dati tossicologici affidabili e nano-specifici
A causa delle loro caratteristiche, le nanoparticelle sono di difficile caratterizzazione (e.g. solubilità, forma, dimensione, struttura cristallina) e quindi risulta difficile anche determinare le loro interazioni con i sistemi biologici in un’ottica sia di beneficio sia di pericolo. Al momento, dati di tossicità sono stati ricavati solamente per i nanomateriali inorganici più utilizzati (e.g. nano-TiO2, nano-ZnO, carbon black, nano-Ag, nano-Au, nano-silica) mentre, per nanomateriali organici, i dati risultano essere ancora insufficienti. Nonostante la maggior parte dei dati su pericoli di tali particelle non siano al momento disponibili, alcune conclusioni generiche sono state comunque raggiunte (e.g. pigmenti “dry” destano maggior preoccupazione in quanto facilmente inalabili e ingeribili, mentre per i pigmenti nano-sized integrati in matrici polimeriche, vernici o rivestimenti, i rischi sono stati ritenuti poco significativi).
A tal proposito, il 26 aprile 2018, gli stati membri hanno votato la modifica degli allegati REACH per includere nuovi requisiti per l’identificazione di sostanze nanostrutturate, stabilendo così un quadro uniforme per la descrizione delle caratteristiche di nanosostanze e per affrontare la valutazione del rischio e la gestione dei rischi derivanti dall’esposizione a queste ultime.
Scopo di questo studio è stato anche quello di realizzare un inventario (disponibile al sito https://euon.echa.europa.eu/nano-pigments-inventory) di 81 sostanze (pigmenti nano-dimensionali), chiaramente dichiarate e identificate sul mercato Europeo, discutendo i potenziali rischi derivanti dal loro uso in vernici, rivestimenti, cartucce di toner per stampanti, prodotti per la cura personale, tatuaggi e altri potenziali usi.
Infine, considerando le lacune nelle conoscenze attuali in merito ai nanopigmenti (e dei nanomateriali in generale), lo studio pone maggior enfasi sulla valutazione e sul controllo dell'esposizione, proponendo misure di precauzione che mirano ad evitare, o almeno a ridurre quanto più possibile, l'esposizione di lavoratori e consumatori ai nanomateriali. Parallelamente, propone una condivisione dei dati riguardanti la produzione e il processamento dei nanomateriali al fine di consentire la costruzione di scenari espositivi realistici, unitamente allo sviluppo di approcci armonizzati per la raccolta dati (e.g. NECID database or MARINA/GUIDEnano library on exposure scenarios). Questo consentirebbe di elaborare mappe di ipotetici scenari di esposizione per i diversi prodotti disponibili in commercio contenenti nanopigmenti, basati sullo studio del ciclo di vita e delle vie di esposizione più rilevanti per l’uomo.
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