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La valutazione del rischio chimico … dura analisi della realtà!!!

Riflessioni delle criticità emerse a seguito di un'analisi delle verifiche ispettive svolte in materia.

Particolarmente interessante l’articolo pubblicato su Punto Sicuro nella giornata del 18/5/2017 in merito alla valutazione del rischio chimico. Il tutto trae origine da una serie di verifiche ispettive svolte dall’ente di controllo nella regione Emilia Romagna che hanno evidenziato non poche criticità in merito a questa tipologia di valutazione.

I passi fondamentali su cui è articolata la trattazione sono i seguenti:

• Ritardo nei tempi di aggiornamento dei documenti di valutazione del rischio chimico.
Alquanto strano essendo il rischio chimico uno dei più variabili e mutabili nel tempo, soprattutto viste le modifiche introdotte dal Regolamento CLP e i costanti aggiornamenti di informazioni prodotti dall’applicazione del Regolamento REACH.

• Solo il 16% delle aziende ha effettuato la valutazione usando correttamente i modelli (Movarisch in questo caso).
Anche la nostra esperienza in merito risulta supportare tale conclusione, è praticamente impossibile trovare una valutazione con algoritmo svolta nel modo corretto, sarà che tutti erroneamente puntano a tutti i costi a raggiungere la fantomatica soglia dell’irrilevante???

• Il 50% delle aziende ha qualificato in modo sbagliato il rischio attribuendogli una qualifica di “irrilevante” quando non era corretto farlo.
Confermiamo quanto scritto appena sopra, probabilmente a causa della poca conoscenza in materia tutti si affannano in una corsa all’irrilevante invece che puntare ad una corretta gestione del rischio per renderlo residualmente accettabile. Forse molti RSPP e consulenti compiacenti al datore di lavoro dovrebbero svolgere il loro lavoro più eticamente e con più professionalità.

• Il 50% delle aziende non aveva valutato il rischio cancerogeno e mutageno seppure presente.
Capita, e purtroppo capita molto spesso, che gli agenti chimici pericolosi creati dai propri processi produttivi, di cui molto spesso non si ha scheda dati di sicurezza, siano molto più pericolosi di quelli che si acquistano e che sono dotati di SDS. Questo porta ad una difficoltà ulteriore nello svolgere correttamente tale valutazione; solo la passione e la dedizione del proprio tempo alla conoscenza può supportarci nella valutazione di questo subdolo rischio, di sicuro non il proliferare di algoritmi a destra e a manca.

• Il 30% delle azienda ha effettuato la valutazione del rischio per la sicurezza.
Il rischio chimico per la sicurezza… ma a cosa ci stiamo riferendo?!?! Se per il rischio per la salute si trova sempre qualcosa nei documenti di valutazione del rischio (anche se abbiamo visto non essere sempre di pregiata fattura), per quanto riguarda la sicurezza risulta difficile trovare anche solo un capitolo dedicato. Questa valutazione risulta troppo trascurata perché necessità di competenze trasversali che vanno dalla tossicologia all’ingegneristica, oltre ad un buon grado di esperienza.

A queste criticità, noi di NORMACHEM vogliamo aggiungerne alcune che derivano dalla nostra esperienza maturata sul campo in questi 10 anni di attività:

• il 30 % delle classificazioni riportate in scheda di sicurezza non sono corrette.
Risulta alquanto difficile pensare di considerare corretta la valutazione finale del rischio quando si parte con un handicap di 1/3 delle informazioni non corrette sui pericoli;

• il 60% dei limiti di esposizione professionale è mancante nelle SDS.
Questo risulta ancora più grave, in quanto è la base per una corretta strategia di campionamenti ai fini della valutazione dell’esposizione;

• lo 0% delle aziende ha svolto delle indagini ambientali che fossero minimamente aderenti alla Norma UNI EN 689.
É sacrosanto essere in difficolta nell’applicazione di tale standard tecnico poiché complesso ed economicamente spesso insostenibile, ma questo non significa che non bisogna provare ad avvicinarvisi. Tale norma può essere applicata ragionevolmente almeno in alcune sue parti, come ad esempio le metodologie di confronto con il valore limite;

• lo 0% delle aziende ha effettuato correttamente la valutazione di conformità rispetto agli scenari espositivi.
Gli scenari, questi sconosciuti!!! Trattandosi di una parte integrante degli adempimenti previsti dal Regolamento REACH, gli scenari sono il punto focale e l’esempio più lampante di come il Regolamento REACH sia uno strumento focalizzato alla salute e sicurezza dei lavoratori (e alla tutela dell’ambiente). A nostro avviso possono essere visti come una sorta di “permesso di lavoro” per l’utilizzo delle sostanze chimiche e quindi sono una parte integrante fondamentale della valutazione del rischio chimico e cancerogeno/mutageno.

• Last but not least: la mancanza di un filo logico, di un senso vero e proprio nelle valutazioni che vengono effettuate.
Possiamo definirla come la parte più critica, ma la scelta delle misure di gestione del rischio, da quelle preventive a quelle di protezione collettiva ed individuale, dovrebbe essere tutta in funzione della valutazione svolta. Ad esempio i DPI dovrebbero essere scelti in funzione delle sostanze utilizzate e dei risultati dei campionamenti mentre molto spesso non riesco a coprire il rischio nemmeno per metà delle sostanze effettivamente utilizzate dal gruppo omogeno.

In conclusione sembra che ci sia molto da mettere in campo per raggiungere quello che dovrebbe essere lo scopo finale di tutti, ovvero fare vera sicurezza.

Il nostro Staff può supportare le aziende per per colmare questo gap, infatti la nostra esperienza è maturata in quanto siamo da sempre impegnati:

• nello studio e nello sviluppo di competenze interne ai fini di svolgere al meglio le valutazioni;
• nella formazione specialistica a tecnici, RSSP, master, università ed autorità;
• nella divulgazione di contributi scientifici.

Ci teniamo a sottolineare, inoltre, che abbiamo implementato nella nostra valutazione anche la conformità rispetto alla recente check list promossa dal GRUPPO REGIONALE VENETO RISCHIO CHIMICO E CANCEROGENO agli inizi del 2017, che riteniamo molto ben fatta e completa, sicuramente la migliore sul panorama nazionale.


Fonte bibliografica:
Regione Emilia Romagna, Inail, Ausl Modena, “REACH. L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nei luoghi di vita e di lavoro”, pubblicazione che raccoglie gli atti dei due convegni “REACH 2016. TU2016, REACH e CLP. L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP e le novità nella gestione del rischio chimico nei luoghi di vita e di lavoro” e “REACH edilizia. L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nell’ambiente da costruire e nell’ambiente costruito”.
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