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Sicurezza aziendale

Nanoparticelle di biossido di titanio nelle mascherine e possibili conseguenze

Uno studio degli scienziati dell’Istituto belga di sanità pubblica, Sciensano, ha evidenziato la presenza di nanoparticelle di biossido di titanio nelle fibre sintetiche delle mascherine vendute al pubblico

Già nel 2021 i ricercatori belga di Sciensano avevano individuato degli agglomerati di biossido di titanio in alcuni campioni di mascherine disponibili sul mercato. Erano stati testati 24 campioni costituiti da fibre in poliestere, poliammide o tessuto non tessuto sintetico e in ciascuno di questi era stata evidenziata la presenza di biossido di titanio in concentrazioni varie, da pochi milligrammi sino a 150mg per maschera. A quel punto, ci si era proposti di approfondire lo studio al fine di individuare metodi di analisi affidabili per valutare il rilascio delle particelle e stimarne l’esposizione.

Ricordiamo che, a norma del Reg. CLP, polvere di biossido di titanio contenente nanoparticelle con diametro aerodinamico inferiore o uguale a 10µm in concentrazione superiore allo 0.1% in peso, è classificata come sospetta cancerogena per inalazione (Carc. 2, H351).

Negli studi successivi, gli scienziati hanno valutato le quantità di particelle di biossido di titanio sulle maschere commercializzate, la distribuzione delle particelle nei materiali usati e le loro proprietà chimico fisiche, al fine di stimare eventuali rischi per la salute. Il tutto considerando uno scenario che presuppone un uso prolungato e intensivo delle mascherine.

Anche in questo caso, sono state valutate maschere facciali monouso e riutilizzabili, di diversi materiali e, in molti casi, i livelli di esposizione per inalazione risultano superare quelli ritenuti accettabili dai ricercatori che hanno identificato 3,6µg come frazione limite di particelle che deve essere rilasciata dalle fibre della mascherina per superare il livello di esposizione accettabile. 

Alla luce di tali risultati, gli scienziati sostengono la necessità di approfondire gli studi relativi all’uso di nanotecnologie nei tessuti, così da evitare possibili impatti negativi sugli utilizzatori e di integrare gli standard normativi basati sul principio safe-by-design per eliminare o limitare l'esposizione alle particelle di biossido di titanio nelle maschere facciali.


Fonte: Nature Communications

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