Il Comitato Stati Membri (CSM) ha trasmesso alla Commissione due proposte per l’identificazione come Substances of Very High Concern (SVHCs)
Dicicloesil ftalato (DCHP) e 3-benzilidene canfora
La maggioranza del CSM di ECHA ha supportato la proposta di identificare il Dicicloesil ftalato (DCHP) come SVHC a causa della sua tossicità per la riproduzione e per i suoi effetti come distruttore endocrino sull’uomo e sull’ambiente e quindi di includerlo nella Candidate List. Sempre nello stesso momento, il CSM ha anche supportato l’identificazione come SVHC di un’altra sostanza: il 3-benzilidene canfora che ha effetti come distruttore endocrino per l’ambiente. Il parere finale del CSM e le relative posizioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione europea la quale sarà responsabile della decisione finale.
La proposta iniziale sul DCHP è stata fatta dalla Svezia in collaborazione con la Danimarca, mentre la Germania inizialmente aveva proposto di identificare come SVHC anche il 4-metilbezilidene canfora.
A seguito delle discussioni in seno al CSM, la Svezia e la Danimarca hanno deciso di ritirare la parte della loro proposta di identificare il DHCP come SVHC sulla base di un equivalente livello di preoccupazione per l'ambiente (REACH Art 57 (f)) al fine di generare ulteriori informazioni necessarie per affrontare alcune questioni sollevate durante la fase di consultazione pubblica. Allo stesso modo, la Germania ha ritirato la sua proposta relativa al 4-metilbenzilidene canfora, al fine di approfondire ulteriormente la giustificazione fornita.
Il CSM ha supportato all’unanimità l’identificazione del DHCP come SVHC per le sue proprietà reprotossiche ed ha anche riconosciuto che esiste un’evidenza scientifica sulla attività endocrina del DHCP e sul legame tra questa attività e gli effetti avversi sulla salute umana. La maggioranza dei membri ha supportato l'identificazione come SVHC di questa sostanza anche sulla base delle sue proprietà di interferente endocrino. Una minoranza di membri, invece, non ha sostenuto questa proposta in quanto considerano che le proprietà come interferente endocrino sono già coperte dalla classificazione armonizzata per la tossicità riproduttiva.
Anche sulla proposta di identificazione come SVHC del 3-benzilidene canfora come interferente endocrino per l’ambiente che dà origine ad un livello di preoccupazione equivalente a quello delle sostanze PBT/vPvB e CMR non si è raggiunto un accordo unanime. Una minoranza ha, infatti, richiesto una evidenza più conclusiva.
I pareri del CSM, comprensivi anche delle posizioni della minoranza, sulle due proposte saranno quindi trasmessi, nella loro versione definitiva, dall’ECHA alla Commissione la quale prenderà la decisione finale.
Per ulteriori informazioni:
La proposta iniziale sul DCHP è stata fatta dalla Svezia in collaborazione con la Danimarca, mentre la Germania inizialmente aveva proposto di identificare come SVHC anche il 4-metilbezilidene canfora.
A seguito delle discussioni in seno al CSM, la Svezia e la Danimarca hanno deciso di ritirare la parte della loro proposta di identificare il DHCP come SVHC sulla base di un equivalente livello di preoccupazione per l'ambiente (REACH Art 57 (f)) al fine di generare ulteriori informazioni necessarie per affrontare alcune questioni sollevate durante la fase di consultazione pubblica. Allo stesso modo, la Germania ha ritirato la sua proposta relativa al 4-metilbenzilidene canfora, al fine di approfondire ulteriormente la giustificazione fornita.
Il CSM ha supportato all’unanimità l’identificazione del DHCP come SVHC per le sue proprietà reprotossiche ed ha anche riconosciuto che esiste un’evidenza scientifica sulla attività endocrina del DHCP e sul legame tra questa attività e gli effetti avversi sulla salute umana. La maggioranza dei membri ha supportato l'identificazione come SVHC di questa sostanza anche sulla base delle sue proprietà di interferente endocrino. Una minoranza di membri, invece, non ha sostenuto questa proposta in quanto considerano che le proprietà come interferente endocrino sono già coperte dalla classificazione armonizzata per la tossicità riproduttiva.
Anche sulla proposta di identificazione come SVHC del 3-benzilidene canfora come interferente endocrino per l’ambiente che dà origine ad un livello di preoccupazione equivalente a quello delle sostanze PBT/vPvB e CMR non si è raggiunto un accordo unanime. Una minoranza ha, infatti, richiesto una evidenza più conclusiva.
I pareri del CSM, comprensivi anche delle posizioni della minoranza, sulle due proposte saranno quindi trasmessi, nella loro versione definitiva, dall’ECHA alla Commissione la quale prenderà la decisione finale.
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