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Sicurezza aziendale

Nuovi valori limite di esposizione per piombo e diisocianati

La proposta della Commissione Europea per rafforzare la protezione dei lavoratori

È ben risaputo che piombo e diisocianati sono tra le sostanze chimiche più dannose per la salute umana. Il primo, con i suoi composti inorganici, agisce principalmente sulla fertilità e lo sviluppo del feto, affermandosi come responsabile di circa la metà dei casi di malattie reprotossiche professionali; i secondi invece, sono tra i principali asmatici respiratori.

La Commissione Europea ha deciso dunque di rivedere i valori limite esistenti per il piombo, rimasti immutati per circa 40 anni, e di introdurre per la prima volta dei valori limite per i diisocianati, andando a modificare le due principali direttive che regolano le sostanze chimiche: la Direttiva 98/24/CE sugli agenti chimici (CAD) e la Direttiva 2004/37/CE sulle sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche (CMRD).

Dunque, per il piombo e i suoi composi inorganici la Commissione propone di:

  • abbassare il limite di esposizione professionale da 0,15 mg/m3 a 0,03 mg/m³;
  • abbassare il limite biologico da 70 µg/100 ml a 15 µg/100 ml;
  • sensibilizzare le lavoratrici in età fertile, garantendo che il loro livello di piombo nel sangue non superi i valori di riferimento per la popolazione generale non esposta al piombo sul luogo di lavoro nel rispettivo Stato membro o, quando non presenti valori di riferimento nazionali, imponendo un valore limite biologico di 4,5 µg/100 ml.

Per i diisocianati invece, i valori limite proposti sono:

  • OEL a lungo termine (TWA) di 0,6 µg/m³;
  • OEL a breve termine (STEL) DI 12 µg/m³, essendo l’insorgenza dell’asma professionale dovuta spesso a picchi di esposizioni.

Tuttavia, si fa presente che, se la proposta dovesse concretizzarsi, per i diisocianti sarebbe introdotto un limite transitorio TWA di 10 µg/m³ e di uno STEL di 20 µg/m³ fino al 31 dicembre 2028, fornendo il tempo necessario per attuare tutte le misure di gestione del rischio. La novità andrebbe infatti a riguardare una vastità di settori, dall’edilizia alla produzione di mobili, autoveicoli, elettrodomestici, macchinari e computer, che utilizzano prodotti quali poliuretani, materie plastiche, rivestimenti, vernici, pitture bicomponenti e adesivi.

Se la proposta dovesse essere accettata gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva nell'ordinamento nazionale.


Fonte: Commissione europea (1 e 2)

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