I benefici economici e sociali dell’applicazione dell’OSH
Studio su casi concreti condotto da EU – OSHA.
A cura del dott. Tommaso Castellan
L’European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) ha analizzato la relazione tra gli indicatori OSH (Occupational and Safety Health) e la performance economica delle PMI (piccole e medie aziende) europee. Lo scopo di questa analisi è quello di sensibilizzare le aziende, che ancora percepiscono le misure di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro come un costo piuttosto che un investimento. Dallo studio risulta che un atteggiamento diverso nell’attuazione di tali attività comporta dei vantaggi in termini di produttività ed economici per le aziende, in particolare per le PMI. Le PMI rappresentano il 67% dell’occupazione in Europa e in queste ultime avvengono l’82% degli infortuni sul lavoro e il 90% dei decessi.
Lo studio è basato sulla valutazione di casi reali presenti in letteratura scientifica (91 casi) e da altri gestiti da OSHA e considera aziende di diversi settori (chimiche, salute pubblica, produzione, gestione dei rifiuti, costruzioni, etc.), valutando l’applicazione di diversi indici (Payback period - periodo di recupero - tasso Interno di Rendimento, valore attuale netto, indice di redditività, rapporto costi-benefici) e i benefici economici e sociali legati all’applicazione delle misure ergonomiche, di prevenzione, riabilitazione, e altre specifiche per caso. Dall’analisi della bibliografia le maggiori evidenze consistono nella relazione tra benefici economici e l’applicazione di interventi ergonomici e programmi di gestione delle invalidità.
Inoltre per quanto riguarda i casi di studio analizzati direttamente dall’OSHA, 11 su 13 hanno evidenziato gli interventi applicati come redditizi, con migliore efficacia se a portata generale, riguardanti la formazione e l’organizzazione del lavoro e in combinazione con la partecipazione attiva dei lavoratori.
Esempio rilevante in ambito chimico è quello relativo ad un’industria Lituana che utilizza metalli nei trattamenti di forgiatura, pressatura, stampaggio e roll-forming. La collaborazione tra lavoratori, preposti e dirigenti è stata fondamentale per la rilevazione da parte degli operatori delle inefficienti misure di prevenzione e protezione applicate. Sono stati di conseguenza identificati rischi legati all’inalazione di polveri e fumi, ed effetti su viso e occhi delle particelle metalliche prodotte durante le lavorazioni. Mediante campionamenti ambientali si è inoltre rilevato il superamento dei valori limite di esposizione lituani delle polveri. L’impresa ha deciso conseguentemente di intraprendere azioni per diminuire l’esposizione dei lavoratori alle particelle pericolose mediante l’utilizzo di respiratori a filtro assistiti, più efficienti dei precedenti e più ergonomici, e attraverso la formazione del personale.
Le misure applicate hanno contribuito ad un aumento della produzione in quanto sono migliorate le condizioni lavorative ed è accresciuta la motivazione del personale. Inoltre dal punto di vista economico gli interventi sono stati positivi ed hanno permesso un risparmio pari a 450 € per lavoratore annuo, con un periodo di recupero dell’investimento di 1 anno.
In base ai dati considerati, i modelli economici per la stima dei costi-benefici risultano applicabili anche all’ambito della sicurezza sul lavoro, ed evidenziano in via generale il carattere redditizio di interventi mirati in questo settore.
Si auspica quindi che le misure di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori possano essere considerate in maniera positiva ed economicamente vantaggiosa dalle aziende.
Sul sito dell’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro sono presenti i documenti che riportano alcuni dei casi di studio presi in esame:
L’European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) ha analizzato la relazione tra gli indicatori OSH (Occupational and Safety Health) e la performance economica delle PMI (piccole e medie aziende) europee. Lo scopo di questa analisi è quello di sensibilizzare le aziende, che ancora percepiscono le misure di prevenzione e protezione sui luoghi di lavoro come un costo piuttosto che un investimento. Dallo studio risulta che un atteggiamento diverso nell’attuazione di tali attività comporta dei vantaggi in termini di produttività ed economici per le aziende, in particolare per le PMI. Le PMI rappresentano il 67% dell’occupazione in Europa e in queste ultime avvengono l’82% degli infortuni sul lavoro e il 90% dei decessi.
Lo studio è basato sulla valutazione di casi reali presenti in letteratura scientifica (91 casi) e da altri gestiti da OSHA e considera aziende di diversi settori (chimiche, salute pubblica, produzione, gestione dei rifiuti, costruzioni, etc.), valutando l’applicazione di diversi indici (Payback period - periodo di recupero - tasso Interno di Rendimento, valore attuale netto, indice di redditività, rapporto costi-benefici) e i benefici economici e sociali legati all’applicazione delle misure ergonomiche, di prevenzione, riabilitazione, e altre specifiche per caso. Dall’analisi della bibliografia le maggiori evidenze consistono nella relazione tra benefici economici e l’applicazione di interventi ergonomici e programmi di gestione delle invalidità.
Inoltre per quanto riguarda i casi di studio analizzati direttamente dall’OSHA, 11 su 13 hanno evidenziato gli interventi applicati come redditizi, con migliore efficacia se a portata generale, riguardanti la formazione e l’organizzazione del lavoro e in combinazione con la partecipazione attiva dei lavoratori.
Esempio rilevante in ambito chimico è quello relativo ad un’industria Lituana che utilizza metalli nei trattamenti di forgiatura, pressatura, stampaggio e roll-forming. La collaborazione tra lavoratori, preposti e dirigenti è stata fondamentale per la rilevazione da parte degli operatori delle inefficienti misure di prevenzione e protezione applicate. Sono stati di conseguenza identificati rischi legati all’inalazione di polveri e fumi, ed effetti su viso e occhi delle particelle metalliche prodotte durante le lavorazioni. Mediante campionamenti ambientali si è inoltre rilevato il superamento dei valori limite di esposizione lituani delle polveri. L’impresa ha deciso conseguentemente di intraprendere azioni per diminuire l’esposizione dei lavoratori alle particelle pericolose mediante l’utilizzo di respiratori a filtro assistiti, più efficienti dei precedenti e più ergonomici, e attraverso la formazione del personale.
Le misure applicate hanno contribuito ad un aumento della produzione in quanto sono migliorate le condizioni lavorative ed è accresciuta la motivazione del personale. Inoltre dal punto di vista economico gli interventi sono stati positivi ed hanno permesso un risparmio pari a 450 € per lavoratore annuo, con un periodo di recupero dell’investimento di 1 anno.
In base ai dati considerati, i modelli economici per la stima dei costi-benefici risultano applicabili anche all’ambito della sicurezza sul lavoro, ed evidenziano in via generale il carattere redditizio di interventi mirati in questo settore.
Si auspica quindi che le misure di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori possano essere considerate in maniera positiva ed economicamente vantaggiosa dalle aziende.
Sul sito dell’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro sono presenti i documenti che riportano alcuni dei casi di studio presi in esame:
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