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Ambiente

L’UE adotta i primi standard di rendicontazione sulla sostenibilità

L'Unione Europea definisce gli standard obbligatori per la rendicontazione aziendale sulla sostenibilità, promuovendo la trasparenza e la lotta al greenwashing.

Nel corso dell’estate, la Commissione Europea ha adottato il primo atto delegato alla Direttiva (UE) 2022/2464 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD) che, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, andrà a definire gli standard per il report annuale (European Sustainability Reporting Standards - ESRS).

La definizione di questi standard, che dovranno essere obbligatoriamente applicati dalle imprese soggette a divulgare le informazioni sulla sostenibilità, è una delle rivoluzionarie novità introdotte dalla CSRD, pubblicata lo scorso dicembre. In precedenza, infatti, il legislatore aveva scelto di lasciare un ampio grado di flessibilità alle aziende. Nonostante alcuni standard volontari autorevoli si siano imposti con maggiore decisione rispetto ad altri, come ad esempio il GRI (Global Reporting Initiative), questa libertà ha portato a criticità importanti dal punto di vista degli investitori e più in generale dei portatori di interesse, come l’impossibilità di confronto tra report diversi, l’omissione di informazioni rilevanti nella rendicontazione e la disproporzione tra informazioni qualitative e quantitative.

Lo standard ora adottato si basa sul parere tecnico dell’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ed è stato sviluppato con il coinvolgimento di diversi attori quali ad esempio investitori, aziende, società civile, associazioni di categoria, accademici. Lo standard si compone di 12 ESRS, di cui alcuni generali e altri che dovranno essere selezionati sulla base dei temi materiali identificati dall’azienda. Per quanto riguarda le PMI quotate, che a partire dal 2027 saranno soggette a requisiti di rendicontazione semplificati (con riferimento all’anno 2026), i relativi standard sono in via di sviluppo.

L’EFRAG pubblicherà anche un documento non vincolante per guidare le aziende nell’applicazione degli standard e predisporrà un portale helpdesk per supportare le imprese nei quesiti tecnici.

L’Unione Europea continua quindi la complessa strada che dovrebbe portarci a parlare un linguaggio comune e tecnico in tema di sostenibilità, fornendo così strumenti più saldi alla finanza sostenibile e rendendo sempre più strette le maglie per chi ha tratto profitto da pratiche di greenwashing o social washing.
 

Fonte: Commissione europea

 

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