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Sicurezza prodotto

I pareri finali di RAC e SEAC sulla proposta di restrizione REACH per le paraffine clorurate a catena media (MCCPs)

La restrizione in merito alle MCCPs a un passo dalla pubblicazione in versione definitiva

Lo scorso 8 settembre il Comitato per l’Analisi Socioeconomica (SEAC) e il Comitato per la valutazione dei Rischi (RAC) hanno espresso il loro parere sulla proposta di restrizione avanzata da ECHA relativa alla famiglia delle paraffine clorurate a catena media (MCCPs) e altre sostanze che contengono cloroalcani con catene di carbonio comprese tra C14 e C17.

Nonostante alcune MCCPs siano già incluse in Candidate List in quanto persistenti, bioaccumulabili e tossiche o molto persistenti e molto bioaccumulabili, alla luce del loro vasto impiego in diversi settori produttivi per via delle loro proprietà (plastificanti, ritardanti di fiamma in polimeri, gomma, vernici e adesivi), è stata presentata nel 2022 una proposta di restrizione. ECHA ha proposto due opzioni per l’eventuale restrizione:

  • Opzione A: il divieto di fabbricare e immettere sul mercato sostanze, miscele e articoli contenenti più dello 0,1% di “C14-17 con proprietà PBT e/o vPvB". Il divieto si applicherebbe dopo un periodo di transizione di due anni.
  • Opzione B: il divieto di immettere sul mercato sostanze, miscele e articoli contenenti più dello 0,1% di "C14-17 con proprietà PBT e/o vPvB”. Il divieto si applicherebbe dopo un periodo di transizione di due anni, tranne che per i fluidi per la lavorazione dei metalli dove potrebbe essere presa in considerazione una deroga limitata nel tempo (7 anni).

Inoltre, alla luce della carente comunicazione all’interno della catena di approvvigionamento, la restrizione prevede misure obbligatorie di comunicazione.

Entrambi i comitati concordano sulla necessità di un’azione comunitaria per affrontare i rischi associati a prodotti contenenti MCCPs e altri congeneri con proprietà PBT e/o vPvB

Il RAC sostiene che, basandosi sui rilasci stimati durante l’intero ciclo di vita della sostanza, le misure attualmente in atto per la gestione del rischio non siano sufficienti a tenerlo a bada, per questo risulta necessaria una restrizione. Inoltre, dal punto di vista della tutela della salute umana e dell’ambiente, le alternative disponibili sembrano avere un profilo di pericolosità inferiore e l’opzione di restrizione A, che prevede un periodo transitorio di 2 anni, è ritenuta la misura più efficace per ridurre il rilascio di C14-C17 nell’ambiente. In aggiunta, il RAC propone l’obbligo di fornire informazioni lungo la catena di approvvigionamento in merito al contenuto di cloroalcani come tali, come componenti di miscele o in articoli, qualora superino la soglia dello 0,1 % p/p come previsto dalla proposta di restrizione, quest’ultima è ritenuta un’azione necessaria anche dal SEAC.

Anche il SEAC concorda sull’uso di alternative pur riconoscendo che probabilmente si tratterà di una combinazione di alternative differenti; molte di quelle previste, infatti, sembrano non essere disponibili.

Inoltre, in alcuni casi, come quello dei fluidi per le lavorazioni dei metalli, la sostituzione sembra ancora lontana, pertanto, sarà necessario un periodo di transizione superiore a due anni, favorendo dunque la proposta di restrizione B. Infine, il SEAC suggerisce che in merito all’opzione B sarebbe utile proporre un divieto di fabbricazione, formulazione e produzione di articoli una volta terminato il periodo transizione per i fluidi per la lavorazione dei metalli con lo scopo di minimizzare le emissioni di sostanze PBT e vPvB.

I pareri di RAC e SEAC sono ora nelle mani della Commissione Europea, che entro tre mesi preparerà il progetto di modifica dell’Allegato XVII.
 

Fonte: ECHA

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