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2) Come nascono le Restricted Substances List

A livello europeo ed internazionale esistono molte normative che hanno come focus le sostanze critiche presenti negli articoli.

E' abbastanza palese afferare che, al giorno d’oggi, alle aziende manifatturiere viene richiesta una sempre maggiore attenzione alla composizione chimica degli oggetti fabbricati, con particolare riferimento alle sostanze molto pericolose per la salute o che pongono serie preoccupazioni di carattere ambientale. Tutto ciò è in gran parte legato ad una crescente sensibilità nei confronti della sicurezza dei prodotti e della gestione responsabile dei rifiuti, che sempre si generano al termine del ciclo di vita di qualunque oggetto utilizzato quotidianamente, sia nell’ambiente domestico sia in quello professionale.

Pensiamo ad esempio al settore dell’elettronica, che si compone di oggetti dalla straordinaria complessità e tecnologia, per il quale una specifica direttiva europea – la Direttiva RoHS II - stabilisce delle limitazioni all’uso di alcune sostanze (metalli pesanti, ritardanti di fiamma bromurati e ftalati). Il loro utilizzo infatti porterebbe importanti problemi di gestione nella fase di smaltimento dei prodotti. Questo, come molti altri, è un esempio legato ad una specifica categoria di prodotti, ma ricordiamo che in Europa il Regolamento REACH impegna le aziende lungo l’intera catena di approvvigionamento a garantire per qualsiasi oggetto il monitoraggio delle cosiddette SVHC (sostanze altamente preoccupanti) elencate in una lista ormai molto corposa ed in continuo aggiornamento, nota come Candidate List. L’Europa non è sola tuttavia in questo percorso: ad esempio la California, lo stato green degli USA, ha prodotto una lista di sostanze cancerogene o tossiche per la riproduzione la cui presenza all’interno di un prodotto deve essere dichiarata ad esempio attraverso etichettatura.

Da queste e molte altre normative nascono le Restricted Substances List. Molte aziende, anche per motivi etici, adottano come policy il rispetto di liste che spesso si spingono ben oltre gli obblighi normativi applicabili. È quindi fondamentale mettere a punto ed implementare in azienda un metodo che consenta di gestire in modo smart ed organizzato la possibilità che nei propri prodotti siano presenti sostanze critiche, non solo per ottemperare alle disposizioni di legge, ma anche per poter garantire ai propri clienti un rispetto consapevole dei capitolati.

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