Proposta di identificazione dei criteri PMT e vPvM da parte dell'autorità competente tedesca
L’autorità tedesca UBA ha messo a punto i criteri per indentificare le sostanze persistenti, mobili e tossiche (PMT) e le sostanze molto persistenti e molto mobili (vPvM)
Nei primi mesi dell’anno, l'Autorità tedesca (Umweltbundesamt- German Environment Agency - UBA) competente per i Regg. (CE) 1907/2006 (REACH) e 1272/2008 (CLP) ha messo a punto i criteri per indentificare le sostanze persistenti, mobili e tossiche (PMT) e le sostanze molto persistenti e molto mobili (vPvM), che vanno ad integrare le definizioni di sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) e vPvB da Allegato XIII del Reg. (CE) 1907/2006 (REACH).
UBA, già nel 2010, aveva avviato un programma di revisione per identificare le sostanze caratterizzate da alta persistenza e mobilità. La combinazione delle due proprietà P (persistenza) e M (mobilità) aumentano le possibilità che le sostanze penetrino nelle barriere naturali come le sponde dei fiumi e quelle artificiali come le barriere negli impianti di trattamento delle acque.
Le giustificazioni scientifiche nella scelta dei criteri di queste proprietà si basano sui dati di monitoraggio, sui dati di letteratura, sui risultati di simulazioni e sui modelli di comportamento che le sostanze hanno nell’ambiente.
Gli esperti tedeschi hanno sottolineato l’importanza nel considerare la mobilità nella valutazione del rischio associato alle sostanze chimiche, con riguardo a quelle che rappresentano una minaccia a causa della contaminazione delle fonti d'acqua. In particolare, il logaritmo del coefficiente di ripartizione carbonio-acqua organico (log Koc), proprietà che misura l'affinità della sostanza con l'acqua rispetto al carbonio organico, è considerato il parametro fondamentale per identificare la mobilità.
Nella riunione tenuta dal Caracal nei mesi di Luglio sono stati discussi i criteri anche con le varie parti interessate, come ad esempio alcune industrie e le ONG. L'associazione commerciale dell'industria chimica europea, Cefic, ha definito “inadeguata” la proposta nei commenti sottoposti al Caracal e sostiene che "l'applicazione dei criteri così come sono attualmente è molto allarmante e potrebbe comportare regolamentazioni inutili e fuorvianti sulle sostanze che non richiedono attenzioni normative prioritarie”.
Il Cefic e il Concawe, cioè il consorzio che gestisce le sostanze petrolifere registrate in UE, hanno criticato l’utilizzo del coefficiente Koc in quanto è un parametro troppo “semplicistico” per identificare la tendenza delle sostanze a contaminare le acque potabili.
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